sabato 19 luglio 2008

L'incubo.

Si era festeggiato e gozzovigliato tutta la notte fino alle ore 2.00 di questa mattina in quel di Fais, piccolo borgo inciso sulla parete del tranquillo Col Visentin. Stefano e Alessandro, occhi lucidi, movimenti incerti e scoordinati, fiato pesante ci avevano messo l'anima in quella cena d'addio prima della partenza. Il pesante lavoro iniziato a marzo annegava ora in boccali di nettare d'uva e d'amaro della casa. Le risa e il conversare ritmico da toni in crescendo ed in calando degli amici rassicurava del fatto che il ritorno avrebbe avuto lo stesso e rilassato epilogo. La Pandamobil, di fresca brezza estiva accarezzata, adagiata fuori sulla silenziosa strada, sola, osservava bramante la luccicante pianura. La buia steppa mongola non gli avrebbe mai più offerto simile accadimento. Ultimi saluti, ultimi abbracci, ultimi e impastati auguri, qualche battuta un po' scema. La strada. Strada di montagna, strada di curve, strada buia. L'arrivo tra le luci. La Città, con le sue cose belle e con i suoi piccoli inconvenienti: la pattuglia di vigili urbani, il palloncino. Che sputtanamento ragazzi! Sospesa la patente, ritirato il mezzo.....poi il risveglio: ore 11 e un quarto, bocca impastata, occhiaie, faccia da incubo. Controllo il cellulare...sono partiti!


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