Dopo esser stati derisi, dopo che gli si è dato dei pensionati, cialtroni, pelandroni, dopo che la loro Pandamobil ha suscitato le risa rispettivamente di curdi, persiani e turcomanni, ebbene sì, sono prossimi alla meta. Mancano ormai quasi 4000 km, pressappoco la distanza tra Milano e Capo Nord in Norvegia, ma sono proprio gli ultimi 1800 km, in territorio mongolo su strade sterrate e con voragini, che destano le maggiori preoccupazioni: la Fiat Panda 750 non è una 4x4 al contrario degli altri equipaggi. Dopo averli sbeffeggiati e denigrati su tutti gli articoli del blog, devo questa volta svestire i panni da bastandone e concedere a questi due uomini, che dico uomini, mezzi uomini, che dico mezzi uomini, ominicchi, che dico ominicchi, gran quaquaraquà, gli onori che si meritano. Difficile è stato il tragitto, tra i quasi insulti, gli sbeffeggiamenti, le lingue, il caldo e le strade, ma loro, dignitosamente, hanno, imperterriti, proseguito verso la meta. L’andatura costante, metodica, senza mai forzare il mezzo, con qualche rispettosa escursione nel mondo della cultura e degli usi delle genti che attraversavano hanno aperto nuovi orizzonti a noi e ai tanti pensionati che ci seguono, tanto che, il prossimo anno, potrebbe non essere un’allucinazione vedere il nonnetto della porta accanto e la sua bella, prendere con nonchalance il pandino sbuffeggiante e dondolante e partire non dico per la Mongolia ma almeno per Samarcanda. Con il loro viaggio ci hanno ravvicinato l’Asia, con la loro impresa ora tutto ci appare alla portata di mano, semplice, naturale e possibile.
Grazie Stefano e Alessandro.
Grazie Stefano e Alessandro.
3 commenti:
Siamo orgogliosi di voi.
Foodstock ent.nt
Fate largo, siamo i missione per conto del signore....
sta ceppa, sono immensi altroche'.
un loro fans
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